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Categoria: Pubblicazione

Presentazione del libro

Dai un’occhiata agli spezzoni dell’evento di presentazione del mio romanzo svoltosi a Milano, presso il Museo dell’assicurazione

Qui potete trovarlo in vendita online: https://www.ibs.it/pochi-passi-dal-futuro-libro-paolo-speranza/e/9791281156142?srsltid=AfmBOoqQsz9eW9HOgkI5fvtwxpqiqzPvUjLFsuQZPYEoWReq56t6bVDM

“Pochi passi dal futuro”

Luglio 2024: pubblicazione del mio primo romanzo.

“Qualcosa è cambiato. Oggi ho una vita diversa. E pensieri diversi. Il presente, ma soprattutto il futuro, hanno assunto colori nuovi, più vividi, più veri”.

Le parole della casa editrice END Edizioni:

“Quanto costa uscire dai binari rassicuranti della routine? Quanto può essere faticoso, ma anche sottilmente appagante, liberarsi dalle abitudini e dai condizionamenti che ingabbiano le nostre vite? Il romanzo di Paolo Speranza non offre a chi legge soluzioni facili, non propone risposte definitive e rassicuranti, stimola piuttosto una ricerca interiore che serva a illuminare e chiarire il nostro rapporto con il mondo e con gli altri. La frustrazione e la paura di sbagliare guidano spesso le nostre scelte, ma a volte basta un fatto inaspettato, una deviazione dalla trama risaputa, dal ripetersi monotono delle giornate per cominciare a guardare la vita con occhi nuovi. Certo, i segni vanno colti, riconosciuti e interpretati, e il viaggio è tortuoso, a tratti doloroso, la meta appare lontana e il rischio di fallimento ci accompagna inevitabilmente. Inutile sottolineare, tuttavia, che se non abbiamo il coraggio di iniziare quel viaggio non potremmo mai sapere come va a finire.”

Qui potete trovarlo in vendita online: https://www.ibs.it/pochi-passi-dal-futuro-libro-paolo-speranza/e/9791281156142?srsltid=AfmBOoqQsz9eW9HOgkI5fvtwxpqiqzPvUjLFsuQZPYEoWReq56t6bVDM

Un biglietto per il futuro

Pubblicato il 29 maggio 2023 su paolosperanza.substack.com

Puoi leggerlo qui:https://paolosperanza.substack.com/p/un-biglietto-per-il-futuro

Business Anthropology: il cambiamento che viene da lontano

Pubblicato il 25 maggio 2023 su risorseumane-hr.it
La Business Anthropology offre una prospettiva unica sull’interazione tra cultura e produttività aziendale. Mentre in Italia è ancora marginale, nel mondo anglosassone e nel Nord Europa è un approccio diffuso. E’ tempo di abbracciare questa disciplina che, unita alla psicologia, offre nuove e ampie dimensioni per il successo delle nostre imprese.

Leggi il mio articolo pubblicato qui:

Le storie di Miss Brow

Pubblicato il 20 maggio 2023 su paolosperanza.substack.com

Puoi leggerlo qui: https://paolosperanza.substack.com/p/le-storie-di-miss-brow-tra-highbrow

La persone al centro: ma è davvero questa la chiave?

Pubblicato il 9 maggio 2023 su risorseumane-hr.it

“La persona al centro”
Credo che ciascuno di noi, da qualsiasi prospettiva di business guardi, ha sentito fino allo sfinimento questa frase, uno slogan sbandierato e spesso vuoto, una direzione annunciata e spesso non intrapresa.
Ma davvero questa “persona” che tutti vogliono mettere al centro è felice di esserlo, ammesso e non concesso che l’intenzione ostentata sia poi agita? 

Leggi il mio articolo pubblicato qui:

Imparare a ridurre la complessità utilizzando la rappresentazione a grafo

Le informazioni che ci circondano sono troppe e afferrarle ci richiede energie e sforzi, che ci distolgono da ciò che è veramente essenziale. In primo luogo, quindi, è bene ridurre la complessità, utilizzando una rappresentazione matematica, quella dei grafi, e avvalendosi del parallelismo con il modo di funzionare e di correlare della mente umana. Oltre a semplificare la nostra visione del mondo, è possibile creare nuove aggregazioni fra i dati e le potenzialità che ci circondano. Un percorso di esplorazione, comprensione e rappresentazione, utile a semplificarci la vita, costruendo il nostro grafo personalizzato.

Uno sguardo sul mio Metodo dell’Essenzialità.

 

Ecco un estratto:

Credo sia ormai un cliché consolidato quello dell’omino schiacciato dalla mole di dati, potenzialità e opportunità che il nostro attuale mondo propina. A volte l’omino è rappresentato con un troneggiante e gigantesco punto interrogativo; a volte immerso in migliaia di numeri e formule incomprensibili; a volte in fuga; a volte estasiato di fronte allo spettacolo del caos, ma bloccato dal non sapere cosa farsene. Si tratta di vignette simpatiche quanto inquietanti e soprattutto rispecchianti con ironia una realtà che tutti abbiamo toccato con mano. È una sensazione molto comune, a livello sia personale sia organizzativo.

Rassicurarci di non essere soli è un piccolo sollievo, ma non aiuta concretamente. Sentiamo il bisogno di tornare all’essenziale. Ma che cosa significa veramente? Possiamo permetterci di perdere ciò che di prezioso ci offre questo mondo, in virtù del fatto che ci fa sentire smarriti e disorientati?

Abbiamo compreso che la vastità delle informazioni e delle potenzialità non è stata portatrice di benessere né di crescita, almeno non nella misura in cui ci era stata fatta presagire. Il mondo non è diventato un paradiso di opportunità. Non conta il volume degli stimoli, infatti, ma conta avere del materiale su cui lavorare e su cui concentrarci, per il nostro futuro.

Di stimoli siamo davvero pieni: internet e i media in generale ci bombardano di immagini, video, parole, suoni e contenuti multimediali, le persone intorno a noi sono esse stesse fonte di sollecitazioni. L’evoluzione non ci ha modellati per gestire tutto questo. Dall’altra parte, però, le opportunità di conoscenza e realizzazione sono elevate e intuiamo che non dovremmo perderci la possibilità di sfruttarle.

Quando il dilemma è posto in questi termini ci appare di difficile soluzione. In realtà io credo, invece, che una soluzione ci sia e che, tutto sommato, non si tratti di un dilemma, ma di una prospettiva distonica: la teoria dei grafi può venire in aiuto.

Descrivere il nostro mondo con la rappresentazione a grafo

La rappresentazione a grafo non è certo recente. Fu applicata per la prima volta nel 1736 a opera di Eulero. Oggi è ampiamente riscoperta per via dei social network e, in generale, delle reti di dati. La semplicità e la potenzialità di tale sistema di rappresentazione sono allettanti, soprattutto se ci soffermiamo sulla base teorica, senza ambire ad applicarvi le formule matematiche di calcolo, almeno non in prima battuta. La teoria dei grafi è una teoria matematica da cui si può estrarre con relativa facilità un utile approccio.

Il nostro cervello è molto complesso, ma anche molto semplice nel suo funzionamento concettuale: i neuroni sono assimilabili ai nodi, ovvero gli elementi che costituiscono il grafo, mentre le sinapsi svolgono la funzione degli archi, le linee di collegamento fra i nodi. I ricordi, le idee, le percezioni, le interpretazioni, le emozioni, i pensieri, sono tutti pattern, cioè quadri e percorsi di aggregazione tra neuroni.

(…)

Ridurre la complessità

Occorre comprendere ciò che è importante per noi, rilevante, realmente significativo: in una parola, ciò che è essenziale. È questo il concetto su cui è modellato il Metodo dell’Essenzialità. Se riusciamo a distinguere ciò che è essenziale, al di là delle fonti da cui le caratteristiche derivano e al di là delle forme e delle strutture con cui giungono a noi, possiamo ridurre la complessità del mondo, senza perdere alcunché, semplicemente trasformando quelle caratteristiche varie e sparse in proprietà delle essenzialità. Nel linguaggio della teoria dei grafi, dobbiamo trovare le nostre entità, vederne le relazioni e convogliare le proprietà sui nodi e sugli archi. Come possiamo riuscirci?

(…)

 

Autore: Paolo Speranza

Pubblicato sul numero 123 Agosto-Settembre 2017 di “Persone & Conoscenze”, Este ed.

Trovi il sommario del numero a questo link: 

https://www.este.it/images/riviste/Sommari/Sommari_PeC/P&C_123_Sommario.pdf

Per leggere l’articolo completo acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419), oppure acquista la copia singola numero Persone & Conoscenze n.123 Agosto-Settembre 2017 su https://www.este.it/abbonamenti/copia-singola-numero-arretrato-persone-conoscenze-2.html.

Non dobbiamo temere il cambiamento, è la strada per lo sviluppo organizzativo

Il cambiamento fa parte della nostra esistenza: è parte di noi e per questo non dobbiamo temerlo. Affrontiamolo con le nostre caratteristiche, modalità e potenzialità, calandolo nel nostro contesto. La resistenza al cambiamento è un ottimo antidoto per non farsi distrarre dal caos: rispettiamolo senza farci ostacolare. Lasciamoci ispirare da modelli e schemi, ma ricordiamoci che è il nostro piano di sviluppo a guidarci al meglio.

 

Ecco un estratto:

“L’azienda deve adeguarsi alle richieste del mercato”; “Bisogna adattare la nostra organizzazione al business”; “I nostri prodotti non sono più in linea con le richieste dei clienti”; “Dobbiamo essere più produttivi e impegnarci di più”; “Dobbiamo andare d’accordo e lavorare bene insieme”; “Bisogna modificare il modo di lavorare del gruppo”. Ognuno di noi potrebbe scrivere centinaia di queste frasi. Vere, verissime, ineccepibili. Tutte rivolte al cambiamento, non c’è dubbio, anche se non esplicitamente. Tutte parlano di uno sviluppo, a titolo personale e organizzativo.

Bruno Bara nel 2009 ha scritto: “Si può capire tutto, ma cambiare nulla”. Usando una metafora olimpica possiamo disporci sulla linea di partenza al grido agognato di “adesso si cambia”, convinti –a livello superficiale– di poter scattare e correre verso una meta idealizzata nel momento in cui lo starter darà il via. Eppure molto raramente questo accade, almeno con le modalità che riteniamo di dover attenderci.

Perché tutto ciò? Siamo delle persone deboli e incapaci? Le nostre organizzazioni sono mal strutturate? I collaboratori sono maligni e inconcludenti? Oppure tutto avviene al di fuori di noi e non ne abbiamo colpa, né abbiamo potere di intervenire? Facciamo un passo indietro. Ognuno di noi è prezioso e unico nel suo modo di essere. E questo vale per la persona come per l’organizzazione. Il valore e l’unicità di ognuno di noi non dipende da quanto riusciamo a realizzare e a esprimere, ma dalla nostra essenza. L’essenza, in effetti, è l’unica cosa che non cambia. Tutto il resto sì: la nostra biologia, il contesto in cui viviamo, le persone che incontriamo, ciò che facciamo e il modo in cui lo facciamo. Il cambiamento è una componente fondamentale e imprescindibile della nostra esistenza.

Abbiamo però bisogno di schemi e modelli per muoverci, altrimenti ci sentiremmo dispersi nel caos. Evolutivamente per questo abbiamo sviluppato la resistenza al cambiamento, un ottimo antidoto per continuare a operare secondo percorsi risultati efficaci, senza farsi distrarre dalle migliaia di stimoli che giungono ogni giorno alla nostra mente.

(…)

 

Autore: Paolo Speranza

Pubblicato sul numero 114 Agosto 2016 di “Persone & Conoscenze”, Este ed.

Trovi il sommario del numero a questo link: https://www.este.it/images/riviste/Sommari/Sommari_PeC/P&C_114_Sommario.pdf

Per leggere l’articolo completo acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419), oppure acquista la copia singola numero arretrato Persone & Conoscenze n.114 Agosto 2016 su https://www.este.it/abbonamenti/copia-singola-numero-arretrato-persone-conoscenze-2.html.

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