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Categoria: Media

Il presepe del Perruchon

Il villaggio di Perruchon nel comune di Champorcher, in Valle d’Aosta, in occasione del Natale, si arricchisce di sculture lignee che rappresentano un presepe speciale.

In questo audio/video emozionale ho cercato di narrare e catturare le idee, la creatività e la magia di quanto si può ammirare lungo le stradine di questa incantevole frazione di montagna.

L’antico forno del Perruchon

Nella località valdostana di Champorcher c’è un antico villaggio abbarbicato sulla montagna, che mantiene il suo fascino irresistibile di poche case di legno e pietra in uno scenario unico: il Perruchon.

In questa frazione c’è un antico forno, oggi non più utilizzato, la cui storia autentica è racchiusa in questo mio audio/video emozionale, che è un’esperienza più che una descrizione.

L’innovazione nella storia delle Assicurazioni

In occasione delle Mostre itineranti, in Italia e in Europa, della Fondazione Mansutti, istituzione unica nel suo genere, che valorizza il patrimonio storico delle Assicurazioni, sono state realizzate delle guide in modalità mediatica particolare, un mix di audio scritto e narrato, suoni, musiche e immagini originali.

La Fondazione deve molto al suo fondatore, l’appassionato collezionista Francesco Mansutti, il cuore entusiasta di tutto il lavoro di raccolta internazionale che dura da decine di anni.

Al momento la Mostra è a Genova, sebbene, a causa dell’emergenza in atto, non sia visitabile.

Le audio/video guide permettono di entrare nell’atmosfera storica dell’argomento trattato e di comprenderne i significati, nonchè rendere piacevole e più interattiva la visita.

Eccone un esempio:

A volte facciamo tutto per bene

A volte facciamo tutto per bene, ascoltiamo noi stessi e crediamo di aver indirizzato al meglio i nostri passi, pensiamo di aver colto nel modo migliore che sappiamo le opportunità intorno a noi, riteniamo di aver seminato con cura i germogli del nostro futuro, eppure lo stesso non otteniamo nulla. Non ci sono risultati, ci sembra che il contesto sia immobile ed indifferente, che i nostri sforzi siano vani. E non sappiamo capirne il perché.

Accanendosi non ricaviamo nulla di più, potremmo anzi peggiorare le cose. Ci sembra di essere impotenti.

Credo che tutto ciò sia capitato ad ognuno di noi, e magari capita proprio in questo momento della nostra vita. I flussi del vento e delle occasioni seguono la loro corrente e ci sembra di esserne esclusi.

Ovviamente ognuno di noi sbaglia, è naturale e salutare errare, eppure non riusciamo ad afferrare i nostri errori. Forse perché non ci sono sostanzialmente errori. Forse perché quello che cerchiamo di fare al momento non ha una prospettiva né uno spazio, è semplicemente così.

E alla fine questa autonomia del flusso rispetto alla nostra volontà ci rende liberi. Sì, liberi, perché ci permette di essere realmente chi siamo e di seguire davvero il nostro essere, visto che sembra che poco di quel che facciamo influisca sul futuro immediato. Forse è controintuitivo, ma pensate a quanta libertà ci offre. Se tanto non cambia nulla nel fare una cosa o l’altra, perché mai non fare ciò che ci piace e dedicarci al nostro essere in piena libertà?

Lasciar andare la presa, lasciarsi aperti al futuro senza piegarsi all’ossessione del risultato, sono straordinarie armi di felicità e ci riserveranno certamente sorprese, probabilmente molto più adatte a noi stessi rispetto a ciò che ostinatamente stavamo cercando.

 

Propongo questo breve brano, tratto da un vecchio cartone animato di ispirazione biblica, “Giuseppe”. Poeticamente, esprime una riflessione simile alla nostra.

Il gabbiano Jonathan Livingstone

Ero un ragazzo quando mi regalarono questo libro, “Il gabbiano Jonathan Livingstone” di Richard Bach. Lo lessi, con l’incanto di un adolescente e la semplice capacità di sognare che non ha età. Questo libro mi cambiò la vita per sempre. Oggi comprendo quanto sia pura libertà, pura innovazione, un racconto senza tempo, qualcosa che sarà sempre valido ed importante per ogni essere umano, che ascolti il suo gabbiano Jonathan Livingstone oppure no.

Come scrive Richard Bach:

Al vero gabbiano Jonathan Livingstone, che vive nel profondo di noi tutti

L’innovazione non ha che fare necessariamente con la tecnologia, l’invenzione, ciò che non è mai stato visto. A volte è straordinariamente innovativo ciò che appartiene al passato, più o meno lontano, in grado di mandarci un messaggio che la nostra cultura non contempla, la nostra quotidianità non mette a fuoco, le innumerevoli voci che gridano su ogni media si dimenticano, volutamente o no, di dirci.

Jonathan è l’immagine più autentica e limpida dell’innovazione e del cambiamento. In essa è possibile trovare in sintesi tutte le dinamiche e le proprietà più profonde che contraddistinguono l’innovazione: saper guardare oltre il comune sguardo, avere coraggio, sentirsi spesso soli, cercare e trovare soluzioni imprevedibili, sognare, provare rabbia iniziale ma anche profondo desiderio di condivisione, coinvolgersi nella meraviglia di cambiare, comprendere il valore della diversità e l’influenza della minoranza. Tutto in un racconto dalla semplicità disarmante.

Lasciatevi portare in volo da queste parole. Ciò che sentirete dentro di voi vi coinvolgerà, come pochi libri sanno fare.

Il film che ne seguì, nel 1973, non è da meno, secondo me. Emozioni e profondità con la stessa purezza del libro.

 

IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTONE con le bellissime fotografia di RUSSEL MUNSON

Il Gabbiano Jonathan Livingston – Jonathan Livingston Seagull

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